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Un progetto Europeo per gli italo sudamericani

Un progetto Europeo per gli italo sudamericani

All’origine dell'»Europa di oggi» c’è il concetto di «Comunità”. L’Europa è un sistema planetario, che rende interdipendenti le economie e le politiche degli Stati, e provoca la convenienza generale a ridurre l’isolamento delle singole nazioni per avviare la collaborazione fra popoli che hanno interessi ed esigenze comuni (secondo la logica che ogni condizione umana è interdipendente con le altre, al fine di ottenere i migliori risultati insieme agli altri e non ignorando gli altri), all’interno di una visione sistemica dei problemi comuni. Tale visione prevede continue intersollecitazioni e incentivazioni per una migliore conduzione delle responsabilità pubbliche, in vista di un godimento più pieno dei diritti civili e delle conquiste acquisite.

È opportuno iniziare queste considerazioni partendo dalla principale caratteristica dell’Unione Europea, che sta essenzialmente nei suoi valori, tra i quali: valori etici, base della coscienza europea, valore della persona, democrazia, qualità della vita, inclusione e coesione sociale, sostenibilità, territorialità e logica internazionale.

Il quadro generale qui sintetizzato, rappresenta un efficace stimolo affinché l’Italia faccia giungere alle Istituzioni europee le aspettative degli Italiani all’estero, in ordine alle seguenti priorità:

favorire i rapporti tra le Istituzioni Europee e gli Italiani all’estero;

ampliare l’interscambio tra i giovani dei due continenti, attraverso accordi tra le Università e le Industrie, tali da creare una nuova «cultura universale», sempre più indispensabile per lo sviluppo dei Paesi e dei loro Territori;

creare nuovi accordi tra industrie e servizi, finalizzando tali accordi all’occupazione verso le direttrici più innovative dello sviluppo (per esempio, nella società dei beni immateriali): il rapporto innovativo è infatti sempre foriero di reciproche opportunità in termini qualitativi e quantitativi;

favorire un «pensiero euro-sud-americano», che, in parallelo alla sua nascita e alla sua crescita, certamente produrrà benefici di ogni tipo, esaltati dai valori comuni e condivisi.

Perché tutto questo si realizzi, occorre che lo Stato Italiano dedichi un settore della sua pubblica amministrazione (per esempio, Ministero degli Esteri), dedicandolo alla definizione e alla realizzazione del progetto, dando corpo all’intreccio di relazioni internazionali (bidirezionali e multidirezionali) con l’obiettivo primario d’inserire i giovani italo sudamericani in una più estesa realtà concettuale della patria Europa. «Patria Europa», scrive il filosofo Adriano Paglietti, “è l’unità dei popoli europei determinatasi nel corso dei secoli, provocata dalla tradizione di pensiero positivo della Civiltà Europea». Si può, e si deve, parlare dell’Europa come della terra dei padri, la quale non può non includere i suoi figli residenti oggi in altri continenti.

Occorre che lo stato italiano dedichi un settore della sua pubblica amministrazione a dare corpo all’intreccio di relazioni internazionali con l’obiettivo primario d’inserire i giovani italo sudamericani nella più estesa realtà concettuale della patria Europa

Giova ricordare a questo punto che il progetto Europa ancora non è stato del tutto realizzato: si è fatto molto in alcune direzioni (tra le quali quelle valoriali ed economiche), ma si è carenti nello sviluppo politico amministrativo e nella creazione di un pensiero universale. Vero è che è stato sviluppato un sistema economico di solidarietà per sostenere l’economia e l’occupazione nei Paesi europei, ma è anche vero che questo sistema ha evidenziato (nell’attuale difficile periodo di crisi) tutti i suoi limiti. Appare sempre più urgente un trasferimento di poteri dalle singole nazioni al Parlamento Europeo: serve uno Stato Federale Europeo (Stati Uniti d’Europa), dotato di poteri centralizzati in materia di difesa, politica economica, e politica estera. Sulle altre responsabilità nazionali (ambiente, istruzione, sanità, ecc.) l’Europa disegnerà leggi quadro, l’applicazione delle quali dovrà essere lasciata ai parlamenti nazionali, per la gestione delle problematiche e delle specificità tipiche di ogni territorio.

L’Italiano residente all’estero, avrà il compito e l’opportunità di contribuire allo sviluppo di questo progetto, favorendo e stimolando una politica di cooperazione socio economica tra il proprio paese di residenza e la «Patria Europa»: in una logica di «lavorare insieme» per un doppio binario privilegiato tra Sud America ed Europa, per incrementare accordi commerciali sostenibili: a cominciare dalla fornitura di macchine industriali, servizi avanzati, tecnologie dell’informazione, accordi nell’università e nella ricerca. Promuovere un’ottica di valori comuni e condivisi, quale necessario substrato per spingere queste iniziative verso il successo.

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