Passaportopoli a Caracas, così si diventa «italiani»: la Farnesina manda gli ispettori
Por: Rita Cavallaro e Dario Martini
Recibido y Publicado por: Antonio Calvino
Un giro di cittadinanze italiane false, ottenute da famiglie venezuelane attraverso furti d’identità e certificati anagrafici artefatti, in modo da dimostrare l’esistenza di un avo italico nell’albero genealogico e acquisire così il passaporto per discendenza, secondo il criterio dello jure sanguinis, ovvero il diritto di sangue. È questo il sospetto per cui il Consolato italiano a Caracas è finito sotto i riflettori degli inquirenti per una serie di pratiche sospette, che aprono scenari inquietanti e configurerebbe l’ipotesi di una compravendita delle cittadinanze.
Un sistema in cui sarebbero coinvolti avvocati, traduttori e funzionari e che interessa sempre gli stessi comuni. Gli approfondimenti investigativi sono partiti lo scorso 9 gennaio, quando il deputato di Fratelli d’Italia, Andrea Di Giuseppe, ha presentato un esposto alla Procura di Roma, per fare luce sul «rilascio di passaporti da parte delle autorità consolari italiane a beneficio di soggetti a vario titolo residenti in Venezuela (ma anche in Cile, Perù e Santo Domingo) non aventi titolo o, comunque, sulla base della documentazione pervenuta irritualmente mediante soggetti delegati e senza la doverosa sottoscrizione delle istanze in originale dinanzi al personale all’uopo abilitato dell’autorità consolare», si legge negli atti, in cui si fa inoltre riferimento a «opacità nella gestione dei fondi assegnati al consolato italiano a Caracas per spese umanitarie e opacità e attività illecite connesse alla mancata costruzione dell’ospedale italiano a Caracas».